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La richiesta di tornare all'insegnamento in un conservatorio del nord viene accolta nel 1922, quando Fano viene chiamato a Milano come insegnante di pianoforte al conservatorio Giuseppe Verdi. Qui in pochi anni eleva la scuola pianistica a un livello tale che Pizzetti, nominato direttore del Conservatorio di Milano nel 1924, in occasione di una sessione d'esame dichiara, stando ai ricordi di Fano, di non aver mai visto risultati «così splendidi in riguardo a tutti i candidati e particolarmente eccellenti a riguardo d'alcuni» (1), mentre Ettore Pozzoli (2), in occasione dei saggi sostiene che la sua scuola «ha raggiunto un tal grado d'elevazione artistica da annullare tutte le altre» (3).
Da questa scuola escono numerosi valenti pianisti fra cui Enrica Cavallo, diplomatasi tredicenne nel 1934. Il ritorno all'insegnamento lo riporta a una certa serenità; continua anche a Milano la sua attività concertistica suonando in formazioni cameristiche che riscuotono enorme successo: negli anni Venti suona in duo col violinista Enrico Polo mettendo in repertorio le Sonate di Bach, Mozart, Beethoven, Schumann, Franck, Brahms, Saint-Saëns, Grieg, D'Indy, Paderewski, Strauss, Busoni, Bossi, Respighi e Pizzetti. Tale il valore delle interpretazioni che nel 1922, durante una prova, Toscanini disse «di non aver mai sentito eseguire a simile livello la musica da camera» (4). Negli anni Trenta fonda il Trio Italiano, con Virgilio (5) e Attilio Ranzato (6).
Nel 1930 pubblica, nel Bollettino bibliografico musicale lo scritto La musica contemporanea , in cui delinea la sua visione dell'attuale stato della musica, che considera «avvolto nella nebbia e come impigliato tra le maglie d'una rete inestricabile» (7).
Note:
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