Il 18 maggio 1875 nasce a Padova Aronne Guido Alberto Fano, figlio di Vitale Fano e di Annetta Forlì. Il primo nome è un omaggio al nonno materno, ma è presto abbandonato: fino ai vent'anni il giovane si firma semplicemente Guido, poi definitivamente Guido Alberto.


Il piccolo Guido con i genitori e i quattro fratelli maggiori

A sei anni inizia lo studio del pianoforte con Vittorio Orefice (Padova 1857-1919), compositore, direttore di coro e maestro di canto, «apprezzatissimo da Boito, Franchetti, Toscanini e molti altri grandi» (1). Orefice riscontra nel giovane allievo «doti sorprendenti» e «raro ingegno» (2) e si preoccupa di offrirgli l'opportunità di addestrarsi, «coadiuvandolo nelle sue cure teatrali, alla vita del palcoscenico ed alla direzione dell'orchestra e del coro» (3), e di esibirsi in prove pubbliche sia in teatro che al tempio israelitico. Con Orefice il giovane Fano studia per diversi anni dimostrando una straordinaria assiduità che gli permette di fare col pianoforte progressi sorprendenti.


Vittorio Orefice

Nell'agosto del 1891 il suo primo e sempre caro maestro decide di affidarlo alle cure di Cesare Pollini (Padova 1858 – 1912), pianista di grande levatura, all'epoca direttore dell'Istituto musicale di Padova, che riconosce la «straordinaria natura musicale» (4) del Fano, lo trova «perfettamente istruito per quanto riguarda la tecnica dello strumento» (5) e lo prende fra i suoi allievi. Da Pollini il giovane impara «l'interpetrazione pianistica, l'amore disinteressato dell'arte, il dispregio di ogni volgarità» (6); rimane con lui per quattro anni, assimilandone gli affettuosi ammaestramenti, affrontando lo studio pratico e teorico dell'armonia, e divenendone l'allievo prediletto: «l'unico allievo che mi abbia compreso e mi abbia ricompensato delle delusioni sofferte con tanti altri» (7).
Pollini, personalità schiva e solitaria con pochi e selezionati allievi, fa partecipe Fano della sua attività artistica e spirituale e instaura con lui un rapporto di profonda amicizia: Guido lo segue entusiasta in tutti i suoi insegnamenti e ne condivide gli ideali più profondi, a cominciare dal «più incrollabile convincimento negli alti destini dell'arte nostra e la coscienza del dovere sacrosanto di venerarla e di farla venerare, che incombe a chiunque intenda portare degnamente il nome di artista» (8). Dal maestro egli assorbe l'amore per la musica strumentale sinfonica e da camera (le «forme più elevate dell'arte musicale») e l'impulso a diffonderne la conoscenza, come Pollini faceva scrupolosamente da quando aveva assunto la direzione dell'Istituto musicale padovano nel 1883.


Cesare Pollini

Sono questi anni importantissimi per il giovane Fano, che si forma frequentando i salotti padovani dove respira un'atmosfera ricca di stimoli e di interessi culturali e artistici: in casa di Pollini e dei violinisti Emilio Pente (Padova 1860 – Bad Sachsa 1929) e Olga De Prosperi, allievi di Antonio Bazzini (Brescia 1818 – Milano 1897), Guido prende parte a serate musicali frequentate da giovani interpreti di talento con i quali legge ed ascolta «infinite pagine di musica, specie da camera» (9). Suona in duo con Metaura Torricelli (Ancona 1867 - Padova 1893), dotatissima violinista poco più che ventenne con già al suo attivo un'intensa attività concertistica in Italia e all'estero; con lei fissa un giro di concerti in Russia mai realizzato a causa della prematura scomparsa della musicista colpita da tisi a soli ventisei anni.
Incontra più volte Riccardo Drigo (Padova 1846 – ivi 1930), all'epoca direttore del Teatro imperiale di Pietroburgo, che lo sente suonare il pianoforte e fa degli “esperimenti” sul suo talento musicale, riscontrando in lui «tutte quelle doti richieste per una sicura e brillante riuscita nella carriera artistica» e dichiarandosi «certo che un giorno il Signor Fano occuperà un posto elevato nell'arte musicale» (10).
A diciott'anni Guido ha già fama di valentissimo pianista: viene considerato un giovane prodigio (lo chiamano “il piccolo Pollini” (11)) per l'assoluta padronanza dello strumento, la sobrietà e correttezza dell'interpretazione, la spiccata individualità artistica, per il tocco squisito, dolce ed agilissimo, forte ed elegante, solo in qualche caso troppo intento a «cavare talora dal pianoforte più di quello che esso poteva dare» (12). Colpiscono inoltre del giovane musicista la compostezza, la finezza e la stupefacente vastità della cultura musicale.
Nel 1894 si esibisce con la violinista veneziana Fanny Finzi a Venezia, dove «il pubblico del Marcello – uno fra i più rigorosi – proruppe in entusiastici applausi ad ogni pezzo, e la stampa cittadina – che in arte non fa transazioni di sorta – ne ha detto un mondo di bene ». (13)


Il concerto veneziano in un quotidiano dell'epoca

 

Note:
(1) Carlo Schmidl, Dizionario Universale dei Musicisti , Milano, Sonzogno, 1929.
(2) Vittorio Orefice, dichiarazione autografa, 25 agosto 1891.
(3) Guido Alberto Fano, note autobiografiche, manoscritto autografo inedito.
(4) Cesare Pollini, dichiarazione manoscritta, Padova, 11 agosto 1891.
(5) Ibidem.
(6) G. A. Fano, note autobiografiche, cit.
(7) Lettera di Pollini a Fano , 28 giugno 1896.
(8) Cesare Pollini, Gioachino Rossini , lettura tenuta alla Famiglia Artistica di Milano, in Vita moderna , Anno I, n. 10, 6 marzo 1892.
(9) G. A. Fano, note autobiografiche.
(10) Riccardo Drigo, dichiarazione autografa, 9 agosto 1892.
(11) Veneto , 1994.
(12) La Gazzetta Musicale , Milano, 1994.
(13) Folchetto, Roma, 1994.

 

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